Regime Forfettario 2022: requisiti di accesso e limiti di fatturato. La Guida Definitiva.

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Il Regime forfettario 2021 è un regime fiscale semplificato per i professionisti e gli imprenditori già in attività, di ridotte dimensioni, che rispettano determinati requisiti.

Allo stesso modo può accedere al regime forfettario 2021 chiunque voglia iniziare una nuova attività professionale oppure d’impresa. Anche in questo caso è necessario il rispetto dei requisiti e dei limiti previsti. 

Ecco 4 semplici motivi perchè dovrebbe interessarti questo regime: 

  1. Meno tasse
  2. Meno adempimenti
  3. Meno costi del commercialista
  4. Una vita più serena

Ma davvero conviene sempre e a tutti? No e in questo articolo ti spiegheremo perchè.

Bene, vediamo insieme tutto ciò che devi sapere!

In questo articolo

Chi può accedere al Regime Forfettario. 

Possono accedere al Regime agevolato forfetario:

  • L’imprenditore che svolge l’attività d’impresa sotto forma individuale;
  • Il professionista;
  • Chi era dipendente nel 2021 e vuole aprire una nuova attività;

N.B. Prima di proseguire, soprattutto se vuoi aprire una nuova attività, devi aver chiara la differenza tra imprenditore e libero professionista.

Vediamo insieme di cosa si tratta…

  • L’imprenditore è la persona che svolge attività d’impresa, commerciale o artigianale. La differenza tra artigiano e commerciante sta nel fatto che, mentre l’artigiano svolge attività sopratutto manuale (estetista, idraulico, parrucchiera), il commerciante acquista i beni o servizi per rivenderli, al dettaglio o all’ingrosso (bar, cartoleria, negozio di qualsiasi genere).
  • Il libero professionista, al contrario, svolge attività intellettuale. In questa categoria rientrano, per esempio, gli avvocati, medici, odontoiatri, commercialisti, grafici, web designers. Alcune professioni, come il web designer, possono essere inquadrate sia come attività professionali, sia come attività commerciali. In questi casi è necessario presentare al proprio commercialista i dettagli dell’attività che si svolge, o si vuole svolgere, e decidere assieme l’inquadramento migliore nel caso specifico.

Chi non può accedere al Regime Forfettario nel 2022.

Sono esclusi dal Regime Forfettario:

  1. Coloro che, parallelamente all’esercizio della loro attività, sono soci di società di persone (ss, snc, sas), associazioni professionali o imprese familiari.
  2. Coloro che, parallelamente all’esercizio della loro attività, detengono partecipazioni di controllo in srl o associazioni in partecipazione che svolgono un’attività simile con quella dei soggetti.
  3. residenti all’estero, in uno Stato diverso da quelli membri dell’UE o dello Spazio Economico Europeo, che realizzano più del 35% del reddito all’estero.
  4. Coloro che effettuano, in via esclusiva esclusiva o prevalente, cessioni di fabbricati o di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi;
  5. Il dipendente che svolge la propria attività prevalentemente nei confronti del datore di lavoro, ovvero con quelli avuti nei due anni precedenti;
  6. Coloro che nel 2021 hanno percepito redditi di lavoro dipendenti e/o assimilati di importo lordo superiore a 30.000 euro, tranne nel caso in cui il rapporto di lavoro dipendente sia cessato entro il 31/12/2021.

Requisiti di accesso del Regime Forfettario.

Possono accedere al Regime Forfetario professionisti e imprenditori che, contemporaneamente, abbiano:

  1. Conseguito ricavi o percepito compensi annui pari o inferiori a 65.000 euro. Nel caso di esercizio contemporaneo di più attività (individuate con doversi codici Ateco), il limite deve essere calcolato sulla somma dei ricavi e dei compensi percepiti durante l’anno;
  2. Sostenuto spese per lavoro accessorio, dipendente e collaboratori per un importo complessivo pari o inferiore a 20.000 euro. In questo limite rientrano anche le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi famigliari.

Per chi inizia una nuova attività, la verifica di questi requisiti avverrà in sede della prima Dichiarazione dei redditi (quindi, giugno 2023 per chi apre l’attività nel 2022). Per questo motivo, al momento di apertura della partita iva si dichiarerà sostanzialmente di presumerne la sussistenza.

E cosa succede se si supera uno o più di questi limiti durante l’anno?

Se nel 2022 superi uno o più limiti previsti dalla legge, dal 1 gennaio 2023 uscirai dal Regime Forfettario, adottando il Regime Semplificato.

Vediamo assieme un breve esempio per chi ha una doppia attività.

Beatrice è la titolare di un negozio di fiori (cod. Ateco 74.76.10) e offre anche servizio di onoranze funebri (cod. Ateco 96.03.00).

Nel 2022 Beatrice ha percepito:

  • Ricavi dalla vendita di fiori € 30.000
  • Ricavi dal servizio di onoranze funebri € 50.000

Ricavi complessivi € 80.000 > € 65.000 (limite di reddito Regime Forfetario)

Questo comporta che a partire da gennaio 2023 Beatrice uscirà dal Regime Forfetario, in quanto il reddito complessivo delle due attività è superiore al limite previsto per questo Regime.

Reddito e tassazione del Regime Forfettario.

Nel Regime Forfetario solo una parte del tuo reddito viene tassata. Questa quota sarà il tuo reddito imponibile e viene calcolata applicando il coefficiente di redditività all’importo del reddito annuo, al netto degli oneri deducibili.

Come vedrai nella tabella sottostante, i coefficienti di redditività sono diversi in base all’attività svolta, per questo è molto importante capire fin da subito il tuo giusto codice attività.

  • Se hai già la partita iva e vuoi conoscere il tuo codice attività? Lo troverai nel modulo di apertura della partita iva.
  • Se invece vuoi aprire un’attività, per conoscere quale sarà il tuo codice attività collegati a questo link e inserisci una breve descrizione della tua attività, ti comparirà il codice corrispondente.
SettoreCod. ATECOLimiteCoef. Red.
Industrie alimentari e delle bevande(10 – 11)65 K40%
Commercio all’ingrosso e al dettaglio(45)
(da 46.2 a 46.9)
(da 47.1 a 47.7)
(47.9)
65 K40%
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande(47.81)65 K40%
Commercio ambulante di altri prodotti(47.82 – 47.89)65 K54%
Costruzioni e attività immobiliari(41 – 42 – 43)
(68)
65 K86%
Intermediari del commercio(46.1)65 K62%
Attività dei servizi di alloggio e ristorazione(55 – 56)65 K40%
Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari e assicurativi(64 – 65 – 66)
(69 – 70 – 71- 72 – 73 – 74 – 75)
(85)
(86 – 87 – 88)
65 K78%
Altre attività economiche(01 – 02 – 03)
(05 – 06 – 07 – 08 – 09)
(12 – 13 – 14 – 14 – 15 – 16 – 17 – 18 – 19 – 20 – 20 – 21 – 22 – 23 – 24 – 25 – 26 – 27 – 28 – 29 – 30 – 31 – 32 – 33)
(35)
(36 – 37 – 38 – 39)
(49 – 50 – 51 – 52 – 53)
(58 – 59 – 60 – 61 – 62 – 63
(77 – 78 – 79 – 80 – 81 – 82)
(84) – (90 – 91 – 92 – 93)
(94 – 95 – 96)
(97 – 98)
(99)
65 K67%

Vediamo ora un esempio su come calcolare il reddito imponibile e le tasse da pagare in sede di Dichiarazione dei Redditi.

Carlo è titolare di un bar (cod. Ateco 56.30.00) e applica il Regime Forfettario.

Regime Forfettario Ricerca Codice Ateco Modello Istat

Dalla tabella sopra vediamo che il codice 56.30.00 si trova nella terzultima colonna, compreso nei “Servizi di alloggio e ristorazione”. Il coefficiente di redditività per quest’attività è del 40%.

Per il calcolo della tassazione, ipotizziamo:

  • Reddito complessivo annuo € 15.000
  • Contributi INPS versati l’anno prima € 2.450 (contributi fissi ridotti del 35%)

Il calcolo delle imposte avverrà nel seguente modo:

  • Reddito complessivo € 15.000
  • Contributi INPS versati (on. deducibili) € 2.450
  • Reddito lordo € 15.000 x 40% = € 6.000
  • Reddito netto € 6.000 – € 2.450 = € 3.550
  • Tasse € 3.550 x 15% = € 532,50
  • Contributi INPS anno corrente € 2.450
  • Totale da pagare €532,5 + € 2.450 = € 2.982,5

Una volta determinato il reddito netto, basterà quindi applicare una sola aliquota d’imposta del 15% in sostituzione di tutte le altre per determinare il tuo debito d’imposta.

N.B. Se sei il titolare di un’impresa famigliare, l’imposta del 15% o del 5% viene applicata sul reddito complessivo, al lordo dei compensi dovuti al coniuge e collaboratori.

Agevolazione Start Up per chi inizia con il Regime Forfettario nel 2022. 

Se intraprendi una nuova attività e possiedi i requisiti previsti, potrai applicare un’aliquota d’imposta del 5% anziché del 15%, con un notevole risparmio d’imposta.

Per poter beneficiare di questa agevolazione è necessario:

  1. Non avere esercitato, nei 3 anni precedenti l’inizio dell’attività, altra attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare;
  2. L’attività da esercitare non costituisca, in nessun modo, prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il caso in cui l’attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti e professioni;
  3. Qualora si prosegua un’attività precedentemente svolta da altro soggetto, l’ammontare dei ricavi e compensi, realizzati nel periodo d’imposta precedente a quello di riconoscimento del beneficio, non sia superiore al limite di 65.000 euro.

Vediamo ora un esempio di tassazione per le nuove attività.

A novembre 2022 Marta ha aperto una nuova attività di vendita di ricettari online. Seguendo i passaggi visti sopra, il codice attività di Marta è il 47.91.10.

Per il calcolo della tassazione ipotizziamo un reddito complessivo per il 2022 di € 50.000.

A giugno 2023, il calcolo delle imposte avverrà in questo modo:

  • Reddito complessivo € 50.000
  • Reddito lordo € 50.000 x 40% = € 20.000
  • Reddito netto € 20.000
  • Tasse €20.000 x 5% = € 1.000
  • Contributi INPS fissi = € 2.450 (ridotti del 35%)
  • Contributi INPS (a percentuale sul reddito eccedente il minimale di circa € 15.710) € 671
  • Totale da pagare € 1.000 + € 3.121 = € 4.121

Quindi, a fronte di un reddito lordo di € 50.000, Marta a giugno 2023 pagherà € 4.121 di tasse e contributi.

Come iniziare.

Bene, sei arrivato fin qui.

Se hai letto tutto l’articolo probabilmente sei intenzionato ad aderire al nuovo Regime Forfettario, quello che devi ancora capire è come iniziare.

Vediamo brevemente come fare, a seconda che tu sia un commerciante / artigiano o un professionista, se inizi oppure hai già un’attività.

1. Professionista | Nuova attività.

Entro 30 giorni dall’inizio dell’attività devi presentare all’Agenzia delle Entrate il modello AA9/12 per l’apertura e l’attribuzione del tuo numero di partita iva. Nel Quadro B, Sez. “Regimi fiscali agevolati” devi selezionare il codice 2 “Regime agevolato Forfetario dei contribuenti esercenti attività d’impresa, arti e professioni”. Entro lo stesso termine dovrai comunicare l’inizio dell’attività anche all’INPS attraverso un apposito modello messo a disposizione dell’Ente.

2. Artigiano o commerciante | Nuova attività.

Entro 30 giorni dall’inizio dell’attività devi presentare, in via telematica, all’Agenzia delle Entrate e al registro Imprese competente, la Comunicazione Unica, per l’apertura e l’attribuzione del tuo numero di partita iva. Per l’invio della pratica dovrai necessariamente rivolgerti ad un intermediario abilitato, per questo dovrai affidarti ad un commercialista. Per alcune attività sarà inoltre necessario presentare la SCIA al Comune.

3. Professionista, Artigiano e Commerciante | Già in attività.

Il Regime Forfettario è il Regime naturale per chi ha un’attività, per questo accedervi non richiede alcuna comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, per poter usufruire della riduzione del 35% dei contributi INPS, è necessaria un’apposita comunicazione all’Ente, nei termini previsti ogni anno (attualmente febbraio).

In tutti e 3 i casi il mio consiglio è comunque quello di affidarsi ad un commercialista, anche se i documenti da predisporre possono sembrare pochi, possibilità di errore e scadenze sono invece tanti.

La fattura in Regime Forfettario: come e quando emetterla.

Per chi applica il Regime Forfettario, anche per il 2022, non c’è l’obbligo di emettere fattura elettronica, potendo tranquillamente inviare al cliente la fattura cartacea o una copia in formato pdf per email.

La Legge di bilancio per l’anno 2022 non ha infatti modificato la precedente disciplina pur essendoci il via libera per l’introduzione dell’obbligo da parte della UE. Aspetto, questo, che fa presumere comunque una prossima modifica legislativa per introdurre l’obbligo.

Vediamo ora quali dati deve contenere la fattura e quando è corretto emetterla.

Il contenuto della fattura.

  1. I tuoi dati (nome, cognome, domicilio, codice fiscale e partita Iva)
  2. I dati del cliente (nome, cognome, domicilio, codice fiscale, eventuale partita Iva)
  3. La data di emissione: è la data in cui hai ricevuto il pagamento (per i servizi) oppure di consegna/spedizione della merce (per i beni)
  4. Il numero progressivo della fattura: deve essere unico per ciascuna (es. 1, 2, 3 etc)
  5. Il numero identificativo (ID) della marca da bollo da 2€: da applicare solo quando il compenso lordo è maggiore di € 77,47. La marca da bollo deve avere data antecedente o pari a quella di emissione della ricevuta.
  6. L’importo lordo.
  7. Rivalsa Inps 4% in fattura dell’importo lordo (solo per i professionisti)
  8. L’importo complessivamente dovuto
  9. Inserisci la dicitura: “Operazione non soggetta ad Iva né a ritenuta d’acconto ai sensi dell’art.1 commi 54-89 della Legge 23 dicembre 2014 n.190 e successive modifiche – Regime forfettario.”
Facsimile di una fattura nel Regime Forfettario
Facsimile di una Fattura per il Regime Forfettario.

Quando deve essere emessa la fattura.

Sapere quando emettere la fattura è fondamentale e il momento corretto dipende dall’attività che svolgi.

  • Se produci o commercializzi beni, la fattura va emessa al momento della consegna o spedizione della merce.
  • Se presti servizi, la fattura va emessa al momento del pagamento. Se il cliente richiede un documento per procedere al pagamento, puoi emettere un Avviso di fattura e, solo una volta ricevuto il pagamento, emetti regolare fattura.

Conclusione.

Riassumendo, adottare il Regime Forfettario porta una serie di semplificazioni, quali:

  1. Applicazione di una sola aliquota d’imposta del 15%
  2. Possibilità di applicare una aliquota ridotta del 5%
  3. Esonero dalla fatturazione elettronica
  4. Riduzione dei contributi fissi INPS del 35%
  5. Non si addebita l’IVA in fattura e non si versa l’imposta

Ma attenzione, perché il Regime Forfettario non conviene sempre e a tutti, e in particolare non conviene a chi ha molti costi oppure oneri deducibili. per questo ti consiglio sempre di valutare tutte le alternative con il tuo commercialista.

Se vuoi conoscere il nostro pacchetto per il Regime Forfettario, ti invito a leggere qua.

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Giulia Cecchin

Giulia Cecchin

Dottore Commercialista abilitata all’esercizio della professione e iscritta all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Padova n.1990. Laureata in Amministrazione, Finanza e Controllo e in Economia e Commercio presso l’Università Cà Foscari di Venezia.

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